Head Up Display
Articolo del Febbraio 1988 apparso su JP4 nella rubrica ” cockpit “.
Rubrica tecnico-operativa e professionale a cura del com.te Gianni Guiducci
Cari Amici – Colleghi piloti – Lettori di JP4, mi scuso per questo lungo silenzio; esso è dovuto unicamente a motivi di lavoro che mi hanno, fino ad oggi, impedito di fare le nostre «chiacchere». Vi assicuro che non vi avevo dimenticati, i quesiti che mi erano stati posti ed a cui non potei rispondere, sono già pronti in redazione ed appariranno nei prossimi numeri.
Colgo l’occasione per ringraziare quanti allora mi scrissero parole di incoraggiamento per questa rubrica che, con lo stesso entusiasmo di allora e ribattezzata più sinteticamente «cockpit», cercherò di portare avanti. Scrivetemi!!
In risposta alla lettera del sig. P. Filippo L. di Piacenza, ecco un breve accenno all’HUD montato su alcuni aerei civili ed ancora in fase sperimentale.
L’Head Up Display (che potrebbe essere tradotto liberamente in: schermo esposizione dati) consente al pilota di vedere, contemporaneamente e guardando in una sola direzione, sia i dati di volo, che l’esterno. I dati, elaborati da un computer, vengono proiettati su un elemento, trasparente e retraibile, da una unità CRT (Cathode Ray Tube – tubo catodico). Il complesso CRT e schermo viene indicato con PDU (Pilot Display Unit – unità esposizione) (fig. 1).
Vi sono molte discussioni sull’utilità reale di questo sistema, in ogni modo è stato concepito per aiutare il pilota nei seguenti casi:
a) monitor (controllo) durante avvicinamenti automatici di ILS Cat. 2 e 3a (sistema di avvicinamento di precisione di II e III categoria),
b) avvicinamenti manuali di ILS Cat. 2,
c) avvicinamenti visual (visuali) e non di precisione,
d) fasi di decollo e atterraggio in scarsa visibilità,
e) durante la riattaccata.
La presentazione pittorica di un HUD varia a seconda della fase di volo o del tipo di avvicinamento che si vuol eseguire:
(fig. 2) la T rovesciata indica il muso dell’aereo; le righe orizzontali raffigurano l’orizzonte con le sue parallele a vari gradi di assetto, come in un qualsiasi orizzonte artificiale
(fig. 3) la V indica la prua dell’aeromobile; la doppia linea verticale posta sull’orizzonte indica il valore magnetico della prua o del localizzatore ILS preselezionati; mentre le lineette verticali indicano, di 5° in 5°, lo scostamento dal valore prescelto
(fig. 4) il piccolo circoletto indica il punto, in prospettiva, verso il quale l’aereo deve dirigersi: TDP (Touch Down Point – punto di contatto)
(fig. 5) il cerchio e le sue due linee orizzontali rappresentano l’aeromobile e la posizione delle ali; la linea verticale sopra o sotto l’ala sinistra indica una velocità più alta o più bassa rispetto a quella desiderata; il pilota dovrà agire in modo da avere il cerchio che racchiude dentro di sé il circoletto
(fig. 6) quando la sagoma dell’aeromobile si trova all’interno del rettangolo, l’aereo sta volando entro i limiti, orizzontali e verticali, fissati per ravvicinamento di ILS Cat. 2
(fig. 7) automaticamente, a 100 ft (circa 30 metri di altezza), il rettangolo sparisce ed appare al suo posto una rappresentazione della pista; sotto l’ala sinistra il numero indica la velocità; sotto l’ala destra appare il valore dell’altezza; la scritta «DH» (Decision
Height – altezza di decisione) comincia a lampeggiare al raggiungimento dell’altezza minima selezionata per poi rimanere illuminata al di sotto di essa.
In caso di take-off (decollo) o go-around (riattaccata) la scritta «TOGA» appare sullo schermo.
Come abbiamo visto, la tendenza è quella di computerizzare sempre più i dati e presentarli stilizzati e raggruppati. Si cerca di evitare la presentazione dei dati in forma numerica, al loro posto si usano segni convenzionali di più rapida interpretazione (una volta assimilato il meccanismo da parte del pilota). Ad esempio: per il mantenimento della corretta velocità di avvicinamento, è più rapido e utile il segnetto, sopra o sotto l’ala, indicante la variazione, che la continua lettura «critica» del valore numerico, che richiede indubbiamente più tempo ed attenzione per valutare il dato. Meglio, a nostro avviso, sarebbe se il segnetto relativo alla velocità variasse di lunghezza proporzionalmente all’entità della differenza, ciò faciliterebbe l’azione di correzione.